Si celebra oggi in tutta Europa la giornata simbolo della tragedia nazifascista

«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre» scriveva il grande Primo Levi, prima di sprofondare nel vuoto delle scale di un Palazzo di Torino.
La memoria degli eventi passati diventa conoscenza e resta un valore imprescindibile per ogni Nazione e società, che diventa ancora più significante quando ci si avvicina al ricordo di eventi tragici che hanno coinvolto l’intero mondo: è il caso del Giorno della Memoria che ricorda, appunto, le vittime dell’Olocausto.
In particolare, questa data celebra il 27 Gennaio del 1945, quando l’armata sovietica in Polonia scopri il campo di concentramento di Oświęcim (Auschwitz). Lì vicino, oltretutto, individuarono il più disumano campo di concentramento e ne liberarono i superstiti. La scoperta e le testimonianze dei sopravvissuti, rivelarono per la prima volta al mondo gli strumenti di tortura e annientamento utilizzati nel lager nazista.
In ricordo di quella data, una delle risoluzione più importanti nella storia dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, era il 1 Novembre 2005, durante la 42ª riunione plenaria, stabilì che il Giorno della Memoria si sarebbe celebrato, come data indimenticabile, il 27 Gennaio di ogni anno.