Nino aveva tutto. bellezza, tecnica e carattere. E una grande umanità, capace di sostituire i pugni con le carezze. Odiava lo stereotipo del pugile violento e disgraziato, non gli piacevano i vigliacchi e quelli che picchiano i gay. Ha vinto tutto, quando la boxe era vera e grande.
Alzò le braccia, non in un posto qualsiasi, ma nel tempio degli Stati Uniti. al Madison Square Garden. Quella sera Little Italy fece chiasso attorno al quadrato con il Tricolore e i fiaschi di Chianti. In 18 milioni in quell’Aprile del 1967 si misero in ascolto davanti alla Radio. La voce era quella del mitico Paolo Valenti.
È morto a Roma, dove abitava, nel Quartiere Trieste. Per Rino Tommasi, grande commentatore di boxe «il gancio sinistro e il montante destro erano le armi con cui poteva risolvere un incontro, con un colpo solo. Una qualità rara». Nel Novembre del 1970 fu, invece, mandato al tappeto da Carlos Monzóne la gloria s’interruppe.