L’incremento del prezzo del gas nelle ultime settimane è stato del 280% rispetto a Gennaio 2021 e del 650% rispetto allo stesso periodo del 2020. Il tutto si traduce in un pesante aumento delle bollette, con spese insostenibili per Imprese e famiglie italiane

«Oltre all’emergenza pandemica, ci troviamo a fare i conti con una vera e propria crisi energetica che ha un impatto terribile sul sistema produttivo – ha dichiarato il Presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarellicon un impatto devastante sul sistema produttivo nazionale e calabrese. Il costo dell’energia per le imprese nel 2019 è stato di 8 miliardi, nel 2021 di 20 e la previsione per il 2022 è di 37 miliardi».
Di fronte a questo scenario, le realtà produttive di tutti i Settori manifatturieri sono fortemente colpite ed il rischio che si corre è il fermo della produzione dovuto anche ai ritardi nelle forniture di materiali e semi lavorati, oltre ad un generalizzato aumento dei prezzi di vendita, almeno per i prossimi 12 mesi. Aumenti subiti dalle Imprese che non sempre è possibile ribaltare sul mercato, ad esempio per chi esporta e deve competere con i produttori di altri Paesi, dove i prezzi dell’energia hanno una minore incidenza.
«È necessario affrontare il problema attraverso un intervento immediato e con una strategia di medio-lungo periodo. I provvedimenti messi in campo dal Governo nelle scorse settimane – ha, poi, aggiunto Amarellihanno alleggerito l’impatto per le famiglie e, in piccola misura, per le imprese ma non sono riusciti ad evitare gli aumenti stratosferici nelle bollette, che si attestano intorno al 55% per quella elettrica e ad un 41% per quella del gas».
Per Amarelli, infine, «la componente energia pesa sul conto economico delle aziende in misura incredibile: dal 15% siamo passati ad un buon 50%. Se a questo aggiungiamo un rincaro pesante per quanto riguarda i trasporti e le materie prime che in molti casi si trovano con fatica, riusciamo a rendere in maniera realistica il quadro delle difficoltà che molte aziende stanno registrando e che le costringe, in alcuni casi, anche a dover rinunciare a commesse importanti».