I Parchi Naturali sono territori di eccellenze naturalistiche, scrigni di biodiversità e bellezza, habitat preziosi per le specie animali e vegetali, presidi avanzati nel contrasto ai mutamenti climatici e laboratori di sviluppo sostenibile

Trent’anni fa, nel Dicembre del 1991, fu varata la legge che definiva e regolamentava gli Enti Parco, dando una spinta fondamentale a quello che diverrà il sistema italiano delle Aree naturali protette. Un sistema la cui missione primaria è la conservazione della natura coniugata, come già indicato nella legge grazie a una visione lungimirante, a processi di sviluppo sostenibile oggi ancora più importanti, alla luce delle sfide del futuro per il nostro Paese e per l’Europa.
La pandemia, oltremodo, ha mostrato il valore aggiunto che il contatto con la natura ha sulla salute fisica e mentale delle persone. In questa prospettiva, le Aree naturali protette assumono un ruolo ancora più determinante nel processo di transizione ecologica, ormai strada obbligata per un’economia a misura d’uomo. Un percorso deciso e avviato a livello europeo e declinato in Italia con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che deve vedere i territori  protagonisti e soggetti attivi di una prospettiva all’insegna della sostenibilità.
Se ne è discusso stamani all’Hotel Nazionale di Roma in Piazza Montecitorio nell’incontro Trent’anni di Parchi, futuro d’Italia futuro d’Europa promosso dal Ministero della Transizione Ecologica, in collaborazione con Federparchi, che, per esigenze Covid, è stato possibile seguirlo solo sui canali social del MiTe e di Federparchi.