Il riconoscimento, promosso dall’Associazione Settemari, viene assegnato a persone, Enti o Istituzioni che abbiano contribuito con la loro attività, il loro impegno e la loro testimonianza, al miglioramento sociale e culturale della città lagunare o a diffondere il nome ed il prestigio di Venezia nel mondo

La cerimonia di attribuzione del Premio, giunto alla 42ª edizione, si è svolta nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice. «Il merito di Jacopo Monticelli – è scritto nelle motivazioni – è stato quello di avere intuito per primo la diffusione in Europa dell’infezione da Covid, intendendo questo riconoscimento esteso agli Operatori della Sanità, tutti prodigatisi in prima linea, spesso fino al martirio, per il soccorso ai malati e il contenimento dell’epidemia».
«Nonostante la sua giovane età – ha dichiarato la Presidente del Consiglio comunale veneziano Ermelinda Damiano Jacopo Monticelli grazie alla sua competenza, alle sue capacità e al suo talento ha avuto una grande intuizione rispetto a una situazione che poco dopo sarebbe diventata un’emergenza sanitaria mondiale. Questo giovane medico oggi rappresenta un simbolo di speranza e viene premiato in rappresentanza di tutti gli operatori della sanità che dall’inizio della pandemia sono in prima linea per contrastare e contenere gli effetti del virus, per curare i malati con dedizione e spirito di servizio. Nella drammaticità di questi eventi, Venezia e l’Amministrazione comunale si uniscono ai ringraziamenti per il loro impegno e il loro lavoro».
Il Dirigente medico Elena Marcon ha, inoltre, ripercorso nel suo intervento i momenti che hanno contraddistinto i giorni successivi al 20 Febbraio 2020, quando il dottor Monticelli per la prima volta chiese alla Direzione Sanitaria di effettuare un test per la ricerca del Coronavirus ad un paziente ricoverato nell’Ospedale distrettuale di Schiavonìa per polmonite: «Abbiamo avvertito la tensione, il duro lavoro, la stanchezza, la preoccupazione, ma anche la solidarietà della popolazione e la collaborazione delle Forze dell’Ordine».
«Ho scelto la specializzazione in Malattie Infettive dopo la laurea in Medicina – ha spiegato, infine, il vincitore del Premioperché i germi sono come i demoni di una storia Medievale. Quando ne conosci il nome sai come comportarti, come contenerli, come trattarli. Nel mio lavoro ho trovato sempre affascinante riuscire a dare il nome corretto alle cose: anche in quel periodo cruciale, perché c’erano delle polmoniti che non mi spiegavo. Per questo ho deciso di fare quei primi tamponi, dopo di che la Regione Veneto e il Sistema Sanitario si sono messi in moto. E’ molto bello che questo Premio sia esteso a tutti i medici perché il nostro è un lavoro di squadra».