La squadra vista in laguna è davvero poca cosa. Si spera nel mercato di riparazione per rinforzare la rosa dei Lupi

Que c’est triste Venise cantava il cantante franco-armeno Charles Aznavour nel 1964. D’allora di acqua sotto i ponti ne è passata, ma il motivo per i cosentini resta sempre lo stesso, perché proprio a Venezia arriva la seconda sconfitta da quando mister Viali è al timone della squadra.
A dire il vero è un Campionato abbastanza strano, specie in basso alla classifica. Basta, infatti, una sconfitta per ritrovarsi nelle ultime posizioni. Così com’è successo oggi al Cosenza che, nonostante un gioco dinamico ed aggressivo, è una squadra che solo in rare occasioni è riuscita a rendersi pericolosa.
Costruisce poco e, prim’ancora di una difesa a tratti ballerina, è il centrocampo a non fornire le adeguate coperture quando gli avversari attaccano e trovano corridoi di gioco a maglie larghe che permettono, purtroppo, gli inserimenti degli avversari, sia al centro che sulle fasce.
Il Venezia è andato in campo con un 3-5-2, mentre il Cosenza ha risposto con il 4-3-2-1 con Nasti, a sorpresa, dal primo minuto sul terreno di gioco. La squadra calabrese, spesso, ha esercitato un pressing insistente, ma sono state rare le insidie portate verso la porta difesa da Joronen.
Sta di fatto che è stato il Venezia al 18′ a trafiggere Marson con un diagonale a filo d’erba da uno smarcato Crnigoj. E comunque, sia nel finale di tempo che nella ripresa, la squadra di Viali ha spesso prestato il fianco alle ripartenze dei Leoni di San Marco.
Ed è proprio da una di queste ripartenze che è scaturito il fallo di Vaisanen ai limiti dell’area che ha permesso a Tessmann di battere al 75′ la punizione con la quale, da impeccabile autore, ha siglato la rete del raddoppio.
Un Cosenza, tuttavia, arrembante ha continuato a cercare la via del goal, ma senza alcun esito, così come ha ampiamente dimostrato il tiro di Vallocchia al 95′, che riassume in lungo e in largo la scialba prestazione dei rossoblù in avanti.
Neanche la presenza di Larrivey e Zilli, nel secondo tempo, hanno ridato smalto all’attacco dei calabresi, che proprio nelle scarse geometrie di gioco trovano spesso tutti i loro limiti, specie per via di un centrocampo poco ispirato, dove neanche la sostituzione di uno spento Brescianini con Kornvig ha rimesso le cose a posto.
Domenica prossima si rigiocherà al San Vito-Marulla contro un ostico Ascoli, per poi chiudere l’anno nella trasferta di Santo Stefano a Cagliari, con un’altra delusa di questa prima parte della Stagione.
Dopodiché sarà sosta e mercato ed è lì che entreranno in gioco una serie di fattori che dovranno, in un certo senso, rimescolare le carte, nonostante lo striminzito badget di patron Guarascio.
IL TABELLINO DEL MATCH:
VENEZIA: Joronen, Wisniewski, Zampano, Tessmann, Modolo (8′ Svoboda), Johnsen (77′ Pierini), Pohjanpalo (65′ Novakovich), Candela, Ceccaroni, Crnigoj (77′ Cuisance), Andersen (65′ Busio)
A disposizione: Maenpaa, Bertinato, Haps, Fiordilino, Zabala, St. Clair All. Vanoli
COSENZA: Marson, Rispoli (75′ Merola), Brescianini (46′ Kornvig), Rigione, D’Urso (57′ Zilli), Brignola, Vaisanen, Nasti (46′ Larrivey), La Vardera (83′ Vallocchia), Florenzi, Voca
A disposizione: Matosevic, Calò, Meroni, Panico, Camigliano, Venturi, Sidibe All. Viali
ARBITRO: Manuel Volpi di Arezzo
ASSISTENTI: Emanuele Prenna di Molfetta e Nicolò Cipriani di Empoli
IV° UFFICIALE: Gianpiero Miele di Nola
VAR: Valerio Marini di Roma
AVAR: Luca Massimi di Termoli
MARCATORI: 18′ Crnigoj (V); 75′ Tessmann (V)
NOTE: Giornata fredda ed umida con a tratti una leggera pioggia
Ammoniti: 36′ La Vardera (C); 55′ Zampano (V), 64′ Joronen (V), 73′ Vaisanen (C),88′ Candela (V)
Espulsioni: —
Recupero: 2′ pt; 5′ st