Gattuso (Schiavonea) e Perrotta (Cerisano) ci erano riusciti nel Mondiale del 2006 in Germania

Ora è toccato a Domenico Berardi (Cariati) nell’impresa londinese, che ha portato gli azzurri a conquistare il titolo di Campioni d’Europa. Ha calciato il primo dei rigori che hanno permesso all’Italia di riportare a casa un Trofeo che mancava dal lontano 1968. Mimmo, così lo chiamano gli amici, è rimasto freddo ed ha spiazzato l’ostico Pickford che nulla ha potuto sul tiro dell’attaccante azzurro.
Al resto ci ha pensato Donnarumma che ha fermato gli inglesi sulla soglia di un possibile, ma mancato trionfo. Sarebbe stata l’apoteosi, anche se il calcio può infliggere amarezze e delusioni che lasciano segni indelebili.
La storia di Domenico è quella di un ragazzo schivo e riservato, arrivato nel calcio che conta quasi per caso. Nell’Agosto del 2012, infatti, il suo debutto fra i professionisti con la divisa del Sassuolo, l’unica sinora indossata, nonostante il lungo corteggiamento della blasonata Juventus di Andrea Agnelli. L’esordio in maglia azzurra arriva comunque proprio con mister Mancini nel Giugno del 2018 contro la temuta Francia.
Ieri, dunque, il fascino discredo del giovane cariatese, nell’emozionante sequenza dei rigori, ha messo il sigillo sotto lo sguardo attonito dei reali d’Inghilterra. Una serata certamente indimenticabile, fra l’esultanza di milioni di connazionali che si consumava dentro e fuori lo Stadio di Wembley tempio del calcio, antico e moderno. Ora la favola potrebbe continuare, non foss’altro che in Qatar la prossima estate, quella del 2022, si giocherà per il titolo di Campioni del Mondo.