Il 1 Dicembre di 50 anni fa, era il 1970, entrò in vigore la Legge sul Divorzio voluta dai deputati Loris Fortuna (Socialista) e Antonio Baslini (Liberale)

L’Italia, un Paese fortemente cattolico, con la presenza ‘ingombrate’ della Chiesa, aveva faticato e non molto per liberarsi dal pesante fardello dell’ipocrisia che costringeva molte coppie, all’interno di quel che restava della loro vita coniugale, a fingere fedeltà e amore eterno. Con l’approvazione della Legge, infatti, terminò un indecoroso supplizio fatto di false apparenze ed umilianti sopportazioni.

Ma appena quattro anni dopo, nel 1974, l’allora Democrazia Cristiana promosse un referendum popolare per sbarazzarsi di quel ‘misfatto’ e per rendere indissolubile il vincolo matrimoniale. La risposta degli italiani, però, fu inequivocabile, tant’è che il 59,26% disse di NO al tentativo di cancellare quella che ormai rappresentava una vera e propria conquista civile.

E così la Legge 898 del 1970 restò definitivamente in vigore, a dimostrazione del fatto che le nuove generazioni, cresciute durante gli anni delle contestazioni giovanili che condussero, infine, alla rivoluzione del cosiddetto ’68, avevano pienamente intuito il bisogno di cambiamento ed emancipazione della società italiana.