La Storia dell’uomo che ha dato all’enologia un valore scientifico

Era un bergamasco Laureato a Vienna, con i baffoni e una folta barba brizzolata. Si chiamava Edmund Mach ed è merito suo se alla fine dell’‘800 il lato meridionale del Tirolo, che corrisponde all’attuale Trentino, si trasformò da una terra di contadini, da una zona con agricoltori capaci di usare la scienza per crescere piante sane.
151 anni fa Mach venne mandato a San Michele all’Adige ad aprire un Istituto Agrario, con una Stazione sperimentale, oggi parte della Fondazione che porta il suo nome. Mach, figlio di un medico, intuì che bisognava insegnare e testare nei campi, ma anche innovare negli Orti e nelle Cantine.
Una missione durata fino al 1899. Un periodo abbastanza lungo per imporre un metodo che funziona ancora. Dai tempi in cui l’uva si raccoglieva solo con le gerle, scalando i pendii, a quelli attuali dell’agricoltura di precisione, con Droni, Sensori e Centraline per raccogliere i dati e prevenire le malattie tra gli alberi e le vigne.