Leone XIV° restituisce un messaggio carico di significati e simboli
I potenti del mondo, quasi tutti, si rivolgono al Pontefice, come se fosse il principale fattore di stabilizzazione Diplomatica. In un’epoca in cui la confusione regna sovrana, la Santa Sede appare come l’Istituzione in grado di offrire soluzioni più che ordini. La sua esperienza offre una sorta di garanzia di imparzialità e una scialuppa di salvataggio per tutto l’Occidente.
Roma, dunque, dentro i confini dello Stato Vaticano, si trasforma improvvisamente nel Centro della politica globale. La parola pace risuona più forte nella Piazza dove si sono radunati in quasi 200 mila fedeli per ascoltare il Papa. Un messaggio in grado di arrivare alle orecchie di Putin con un numero di decibel ben più alto di qualsiasi altro.
E, infatti, dopo la messa, la prima udienza Prevost la riserva al Presidente ucraino Zelensky, che gli chiede qualcosa di più di una semplice mediazione con il Cremlino. Propone al Santo Padre di ospitare in Vaticano l’eventuale incontro con il ‘nemico’ di Mosca. Si tratta di elevare l’Autorità morale della Chiesa a persuasione politica.
Poco prima si era già consumata una piccola vittoria del buon senso. Sul sagrato di San Pietro, infatti, lo stesso Zelensky ed il Vicepresidente americano Vance, si sono stretti la mano e lo scontro violentissimo del Marzo scorso si è di colpo trasfigurato in un ricordo assai lontano. La Roma del Papa è, ormai, diventata uno snodo di politica internazionale.