«Sono pronto a qualsiasi forma di Negoziato per fermare la guerra», ribadisce il leader ucraino mentre dal Cremlino soffia un gelido vento di silenzio. Al tavolo delle trattive non solo non ci sarà il Presidente russo, ma nemmeno il suo Ministro degli Esteri Sergey Lavrov che dal Washington Post veniva invece dato in partenza per la Turchia.
Dopo essersi rifiutato di comunicare la composizione della Delegazione, il Cremlino ha annunciato che a guidare la squadra russa sarà l’ex Ministro della Cultura Vladimir Medinsky, attuale Consigliere del Presidente Putin. Zelensky, invece, sarà accompagnato da alcuni Colloboratori, mentre sarà assente pure Donald Trump.
I russi, tuttavia, tengono le carte ancora coperte. Il Consigliere Diplomatico di Putin, un certo Yuri Ushakov, dichiara di aspettarsi che saranno discusse questioni politiche e tecniche, oltre che scambi di prigionieri. Il Papa, infine, si è detto disponibile ad una mediazione «perché i nemici si incontrino e si guardino negli occhi». Ma nemmeno questo potrà bastare. Putin, intanto, non scioglie la riserva perché sa di essere in vantaggio sul campo ancora più importante, ossia quello militare.