Oltre al Ministro della Cultura Dario Franceschini era presente anche la figlia del grande scrittore sanremese, Giovanna. E così un nuovo tassello si aggiunge alla politica di conservazione e valorizzazione di Biblioteche d’autore e Archivi letterari portata avanti dalla Biblioteca di Roma

Calvino è senza alcun dubbio uno dei maggiori scrittori del ‘900 ed uno degli esponenti della cultura italiana di più consolidato prestigio internazionale. Autore di romanzi e di racconti apprezzati in egual misura dal grande pubblico e dalla critica, capace di fondere un senso classico della misura ed una inesausta tensione sperimentale e, insieme, acuto osservatore della realtà contemporanea e saggista a lungo presente nel dibattito culturale europeo.

Il Direttore della Biblioteca Andrea De Pasquale ha, infatti, siglato con Giovanna Calvino una convenzione di comodato grazie alla quale l’Istituto diventa il luogo di conservazione del fondo archivistico e bibliografico di Italo Calvino, ma anche dei vari arredi, oggetti, quadri, presenti nell’abitazione di Piazza di Campo Marzio 5, dove lo scrittore visse gli ultimi anni della sua vita. Allo scrittore viene intitolata una Sala specifica all’interno dello spazio dedicato alla letteratura contemporanea e ai fondi d’autore denominata Sala Falqui.

Si ricreano, pertanto, le suggestioni del salotto della sua abitazione di Campo Marzio ed il suo laboratorio di scrittura. Non solo sono presenti le tre librerie bianche che conservano tutta la sua biblioteca nell’ordinamento originario con doppie file di libri a palchetto, ma anche le tre scrivanie che lo hanno accompagnato nel suo lungo percorso da Torino a Parigi ed, infine, a Roma, con le macchine da scrivere.

Nello spazio verde prospiciente sarà, inoltre, approntato un giardino che riprende indicazioni e consigli dei genitori, Mario Calvino ed Eva Mameli, esperti di botanica, che per molti anni hanno diretto a Sanremo una stazione sperimentale di floricultura. La Sala Calvino intende non solo ricostruire il laboratorio di scrittura di Italo, ma divenire essa stessa un laboratorio di studi e ricerche internazionali sulla figura e sull’opera dello scrittore, che, in virtù della sua attività, ha attraversato e spesso definito le linee della letteratura novecentesca.