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Ricorre il 76° Anniversario della Repubblica italiana in uno scenario, che a parte la guerra, è sempre molto deprimente

«Il 2 Giugno di settantasei anni fa – ricorda Mattarella nel suo messaggio – con la scelta della Repubblica, il popolo italiano si incamminò sulla strada della pace, archiviando le avventure belliciste proprie di un regime autoritario come quello fascista. Una opzione che venne poi solennemente ratificata nella Costituzione».
Ma a scorrere gli articoli della nostra Magna Carta, attraverso una veloce lettura, ci si accorge che al di là di una certa retorica di Stato, la nostra Costituzione è una straordinaria conquista puntualmente disattesa, nella realtà, dalle nostre Istituzioni democratiche. Basti pensare alle tante ingiustizie sociali che ancora oggi si riscontrano nella vita quotidiana di milioni di cittadini.
Giovani che dopo aver completato il ciclo di studi sono costretti ad emigrare fuori dall’Italia in cerca di lavoro; anziani completamente abbandonati alla loro solitudine e, nella migliore delle ipotesi, all’assistenza di quei pochi familiari che, nonostante tutto, si prendono cura di loro; malati privati di cure e degenze dignitose da parte di un Sistema Sanitario che vive nel peggior degrado, soprattutto al Sud.
E che dire, infine, delle tante donne umiliate dalla violenza di certi uomini o dei numerosi precari ai quali una Pubblica Amministrazione vetusta ed in parte malsana, nega loro i più elementari diritti. C’è davvero poco da festeggiare, dunque, in questo 2 Giugno 2022, se non altro per le infinite promesse disattese e per gli obiettivi mai raggiunti, dal dopoguerra ad oggi, da un’ingestibile e malconcia Repubblica, nata però sotto ben altri auspici.