È un’importante ricorrenza che unisce la liturgia cristiana all’apertura delle botti di vino

Martino di Tours fu un Vescovo cristiano che visse nel IV° secolo d.C. Nato in Pannonia, una regione dell’Impero Romano che ora corrisponde in parte alla moderna Ungheria, Martino era figlio di un veterano di guerra che lo spinse ad arruolarsi come soldato scelto una volta raggiunta l’età giusta.
Come membro dell’esercito Romano, venne spedito in Gallia e lì avvenne il fatto che gli cambiò l’esistenza. Secondo la tradizione, infatti, durante una ronda a cavallo, Martino notò un mendicante che tremava per il freddo. Mosso a pietà, tagliò il suo bel mantello a metà e lo condivise con il pover’uomo. Si racconta che quella stessa notte gli comparve in sogno Gesù.
La leggenda, inoltre, vuole che dopo quel gesto caritatevole un caldo sole squarciò le grigie nuvole regalando un cielo azzurro ed una giornata radiosa. E’ da qui, infatti, che deriverebbe l’espressione L’estate di San Martino, proprio per definire le ultime calde giornate di Novembre prima dell’arrivo del freddo inverno.
Divenne Vescovo di Tours nel 371 d.C, anche se qualcuno storceva il naso per le sue origini plebee. Come Prelato, Martino fece costruire Monasteri, curò le anime dei suoi fedeli e, secondo la tradizione cristiana, compì diversi miracoli che gli valsero così la santificazione.
Le origini della Festa di San Martino, risalirebbero alla tradizione celtica in omaggio alla fertilità del periodo autunnale, presente nei campi e nei vitigni. ‘A San Martino ogni mosto diventa vino‘, recita ancora il detto popolare, in cui la tipica ricorrenza contadina si lega, tuttavia, anche alla cristianità.