Mahmoud di 9 anni ha perso le braccia in un raid israeliano
Mahmoud poteva cavarsela, ma tornò indietro per incitare i suoi familiari a scappare più in fretta dal bombardamento israeliano su Gaza City, uno dei tanti. Era il Marzo del 2024. Un’esplosione improvvisa gli strappò via il braccio destro e gli sbranò a metà quello sinistro. Mahmoud Ajjour si è un salvato, dopo tutto. Adesso vive a Doha, in un Ospedale specializzato in ferite di guerra.
In quell’Ospedale la fotografa palestinese Samar Abu Elouf, anche lei evacuata in Qatar, gli ha fatto questo ritratto, che il New York Times ha poi pubblicato e che ieri ha vinto il Premio foto dell’anno del World Press Photo, l’Oscar del fotogiornalismo. Mahmoud ha detto a Samar di avere tante speranze. In attesa delle protesi, usa i piedi per aprire le porte e giocare sul cellulare.
Il World Press Photo ha la tendenza a premiare la peggiore tragedia dell’anno. Ma vuole farlo con il miglior stile fotografico. Ovviamente, le polemiche sulla rappresentabilità dell’orrore esploderanno anche questa volta. La risposta, come sempre, sarà o dovrebbe essere quella che diede una volta per tutte la studiosa Susie Linfield: «Cosa c’è di sbagliato nel mostrare l’ingiustizia, cosa c’è di giusto nel nasconderla?».