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Aveva stupito il mondo con un investimento faraonico per allestire una squadra stellare, ma nel calcio i soldi possono anche non bastare. Valori e tradizione, infatti, contano molto di più per ottenere vittorie importanti

Probabilmente il fallo di Benzama su Donnarumma poteva anche starci, ma la sconfitta per la squadra di Pochettino sa comunque di beffa, per una proprietà che nell’estate scorsa era riuscita a mettere in piedi una vera e propria macchina da guerra per stritolare gli avversari sul cammino della Champions League.
Si racconta che ieri sera, nel dopo partita contro il Real di Carletto Ancellotti, il Presidente del Paris Saint-German Al-Khelaifi abbia perso letteralmente il controllo, cercando addirittura una collusione con il Direttore di gara.
Dopodiché, si sarebbe verificata un’altra scena imbarazzante, ripresa addirittura con il telefonino da un dipendente del Club spagnolo, nel momento in cui lo sceicco sarebbe incredibilmente corso verso di lui gridando: «ti ammazzo».
Una vicenda sconsiderata che, tuttavia, va ben oltre i presunti torti arbitrali subiti in campo. Sono anni, infatti, che potenti miliardari d’oltre Continente investono i loro milioni per provare a vincere nelle competizioni calcistiche europee. Fanno molta fatica, si sa, nonostante i mezzi e le risorse a disposizione.
Uno dei pochi che ci è riuscito è quel Roman Abramovič, proprietario del Chelsea, che da poco ha deciso di mettere in vendita la Società londinese dopo le attuali vicende legate al drammatico conflitto russo-ucraino. Il mondo del pallone, oltretutto, ha regole irrazionali che sfuggono, in ogni modo, a generose strategie di Bilancio.
E forse la bellezza del calcio consiste proprio in questo inafferrabile segreto, che rende possibile un risultato come quello di ieri, fatto registrare nella sfida più attesa allo Stadio Santiago Bernabeu di Madrid.
Sono bastati, per l’appunto, due Campioni come Benzema e Modrić, assistiti da un gruppo di giovani emergenti, a cambiare le sorti di una gara dominata per lunghi tratti dai francesi che, tra l’altro, con una certa supponenza, hanno cercato persino di umiliare gli avversari allo scopo di affermare la loro (presunta) nuova leadership europea.