Il procuratore di New York Letitia James, accusa Trump in quanto la società dell’ex Presidente avrebbe gonfiato il valore delle sue proprietà per mostrare come la ricchezza era maggiore rispetto ai dati evidenziati

L’ufficio del Procuratore di New York ha annunciato di aver trovato «prove significative» sul fatto che sussistano i presupposti per una concreta frode fiscale: «Abbiamo scoperto risultanze che indicano che la Trump Organization ha usato valutazioni fraudolente e fuorvianti per diverse proprietà per ottenere vantaggi, compresi prestiti, coperture assicurative e sgravi fiscali». La Procura di New York ha, quindi, emesso un mandato di comparizione anche per i due figli maggiori del tycoon.
Le indagini riguardano l’eventualità che lo stesso Trump abbia falsamente gonfiato il valore dei suoi averi per ottenere prestiti bancari, mentre allo stesso tempo ne nascondeva una parte al fisco per pagare meno tasse. Ora, però, rischia grosso con il processo civile alle porte.
Le attività sotto la lente degli inquirenti riguardano un periodo durato 15 anni, compreso fra il 2005 ed il 2020, anche su l’ex Presidente ha ribadito che «I Procuratori estremisti di New York sono contro di me, per cui dobbiamo combattere». Non è, d’altronde, previsto un coinvolgimento diretto di Trump nell’inchiesta, nonostante l’arresto di uno dei suoi più stretti collaboratori che lavora al suo fianco dagli anni ’80, potrebbe portare ad un’escalation di problemi legali per l’ex inquilino della Casa Bianca.