Prosegue a Roma il viaggio attraverso le meraviglie delle Biblioteche d’Italia, che ogni settimana conduce i visitatori in un percorso virtuale alla scoperta delle 46 Biblioteche dello Stato, grazie ad una serie di reportage promossi sui canali social dal Ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini

Siamo nel cuore della Capitale nella Chiesa di Sant’Agostino, ex Convento dei padri Agostiniani, sede della Biblioteca Angelica, fondata dal vescovo Angelo Rocca nel 1604, grazie ad un primo nucleo di volumi donati dallo stesso Rocca, che diede vita alla prima Biblioteca europea aperta al pubblico. Agli albori del ‘600 saranno, infatti, proprio i padri Agostiniani a contrassegnare i libri messi all’indice perché vicini alla Riforma protestante.
Sono loro gli unici ad avere l’autorizzazione papale a custodire quei testi considerati pericolosi per la tenuta stessa della Chiesa cattolica. Saggi, articoli, testi letterari, volumi di astrologia, di storia, di scienze o di filosofia, vengono tutti studiati a fondo e giudicati con la massima severità e, tuttavia, conservati. «I libri proibiti trattavano argomenti della Riforma, libri luterani, protestanti. Ma non solo – racconta il Direttore della Biblioteca Umberto D’Angeloperché la censura scattava per volumi anche soltanto stampati nell’area protestante o scritti da un autore di quella provenienza».
Testi che potevano essere offensivi nei confronti di preti cattolici o della morale cattolica, ma anche altri che semplicemente si occupano di materie che non erano gradite, non erano consentite nel Cattolicesimo. Come l’interpretazione mistica dei numeri o i libri di astrologia. La cosa particolare è che gli agostiniani li studiavano e li censuravano, ma comunque non li distruggevano.
Così, accanto ai libri proibiti l’Angelica svela anche volumi preziosi e rarissimi, come un manoscritto della Divina Commedia che risale alla metà del ‘300, poco dopo la morte di Dante. Si tratta di uno dei primissimi manoscritti dell’opera, dunque uno dei più importanti, realizzato su pergamena e ornato per ogni canto dell’Inferno con miniature su foglia d’oro. Il manoscritto, oltretutto, verrà esposto all’Accademia dei Lincei per la mostra in programma su Dante il prossimo 2022.
Attualmente la Biblioteca conserva 220 mila volumi e nel corso degli anni ha continuato ad essere gestita dagli agostiniani fino all’Unità d’Italia, quando con il passaggio del patrimonio ecclesiastico allo Stato italiano diviene la volta del primo Direttore laico, nella persona di Ettore Novelli. In quegli anni viene creato anche un fondo moderno che oggi conta circa altri 100 mila volumi e continua ad essere alimentato da nuove acquisizioni.