L’ultimo anno è stato drammatico per l’industria del turismo, sebbene l’allentamento delle restrizioni durante i mesi estivi del 2020 abbia permesso di salvare parte della stagione. Resta il fatto che la pandemia ha cambiato lo stile vacanziero degli italiani

In questo scenario, che ha registrato elementi nuovi quali il turismo di prossimità, il comparto delle vacanze all’aria aperta ha dimostrato di sapersi imporsi nelle preferenze di migliaia di concittadini abituati a ben altre mete turistiche.  E per l’estate 2021? A misurare il perimetro di questo segmento turistico è l’ultimo Osservatorio del Turismo Open Air commissionato all’Istituto Piepoli dall’Agenzia Nazionale del Turismo e da Human Company, gruppo fiorentino leader in Italia nell’ospitalità open air.

L’indagine statistica, realizzata a Giugno con metodo quali-quantitativo su un campione rappresentativo della popolazione italiana, ha indagato molti degli aspetti che inducono a trascorrere le vacanze all’aria aperta in previsione di soggiorni outdoor per l’estate 2021. E’ inutile negare che per quasi un italiano su due la pandemia ha introdotto notevoli cambiamenti nei programmi di vacanza.

Secondo le stime dell’indagine, infatti, per l’estate 2021 più di un italiano su due ha programmato una vacanza in media per più di una settimana, di questi un quarto pianifica una struttura outdoor, villaggio e agriturismo in testa, seguiti da camping e rifugio montano. Il 65% di chi pianifica outdoor sceglierà una destinazione di mare, il 20% la montagna, il 16% città e località d’arte. Il profilo del viaggiatore outdoor è simile a quello dell’ultimo anno, con una decisa presenza di giovani (21%) e scarsa sul fronte degli over 64 (3%).