Kiev aveva già accettato la tregua incondizionata di 30 giorni sollecitata da Washington
È durata poco l’indignazione di Donald Trump per l’ostruzionismo di Vladimir Putin contro una soluzione giusta della guerra in Ucraina, almeno a giudicare dai toni quasi trionfalistici con cui ha commentato la telefonata di ieri con il collega del Cremlino. La conversazione è iniziata con 40′ minuti di ritardo, alle 17:40 di Mosca, le 10:40 di Washington, ed è durata 2 ore e 5′minuti.
Trump era a Washington, Putin nella Scuola musicale del Centro Educativo Sirius di Sochi. Entrambi si sono chiamati per nome e «nessuno di loro voleva concludere. Nessuno voleva riattaccare» ha raccontato il Consigliere Diplomatico presidenziale russo Jurij Ushakov. È stato Putin stesso a riassumere ai microfoni dei Giornalisti i contenuti di quella che ha definito una telefonata istruttiva e molto sincera.
«La questione – ha detto, infine, Putin – è trovare compromessi che siano vantaggiosi per tutte le parti». «La telefonata? Eccellente. È andata bene» ha scritto, invece, Trump sul socialTruth, lasciando intendere che Washington potrebbe tuttavia abbandonare la mediazione, se si dovesse andare per le lunghe.