Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella celebra il Giorno del Ricordo

Sono passati quasi 20 anni da quando il Parlamento istituì il Giorno del Ricordo, dedicato al percorso di dolore inflitto agli italiani di Istria, Dalmazia, Venezia Giulia sotto l’occupazione dei comunisti jugoslavi nella drammatica fase storica legata alla Seconda Guerra Mondiale e agli avvenimenti ad essa successivi.
Vessazioni e violenze dure, ostinate, che conobbero eccidi e stragi con epurazioni attraverso l’esodo di massa. Un carico di sofferenza, di dolore e di sangue, per molti anni rimosso dalla memoria collettiva e, in certi casi, persino negato. Come se le brutali vicende che interessarono il confine orientale italiano non fossero parte della nostra storia.
«La nostra Repubblica – ha sottolineato Mattarella nella cerimonia che si è svolta al Quirinaletrova nella verità e nella libertà i suoi fondamenti e non ha avuto timore di scavare anche nella storia italiana per riconoscere omissioni, errori o colpe. Siamo qui per rendere onore a quelle vittime e, con loro, a tutte le vittime innocenti dei conflitti etnici e ideologici».
«Le sofferenze subite dai nostri esuli – ha, infine, ribadito il Capo dello Stato – e dalle popolazioni di confine, non sono e non possono essere motivo di divisione nella nostra Comunità nazionale. Al contrario, esse rappresentano un richiamo di unità nel ricordo, nella solidarietà e nel sostegno. La civiltà della convivenza e della democrazia è l’unica alternativa alla tragedia delle guerre».