C’è stato un tempo in cui Ponte Vecchio non esibiva certo la signorilità di oggi

Anni in cui il Ponte non era sede dei tanti negozi di orafo, bensì di botteghe alimentari, per lo più macellai. Fino alla fine del XVI° secolo l’aspetto era più popolano che signorile, sempre nevralgico per importanza d’uso e dislocazione, ma molto meno elegante e raffinato.
Un luogo che non difettava di vitalità, ma neanche di sporcizia e miasmi, tant’è che i macellai erano soliti gettare frattaglie e scarti in Arno. Questo fino a quando il Granduca Ferdinando I°, nel Settembre del 1595, non decise di spostare i beccai (così eran chiamati i macellai) e consegnare lo spazio ai più ricercati artigiani orafi.
Perché il Granduca fece tutto questo? La conquista di Siena e la seguente creazione del Granducato, portarono a modifiche urbanistiche importanti. Palazzo Vecchio, infatti, fu ingrandito e furono costruiti gli Uffizi e Palazzo Pitti che divenne, fra l’altro, la dimora granducale. Poi, Giorgio Vasari, costruì il corridoio che, correndo sopra il Ponte, unì definitivamente i 2 Palazzi.
Tutto questo, ovviamente, nobilitò Ponte Vecchio al punto da doverlo ripulire ed innalzare nel decoro. Evidentemente Ferdinando preferiva una bella collana in oro ad una succosa bistecca alla fiorentina.