Il 18 Ottobre 1279, la posa della prima pietra di Santa Maria Novella

Erano in 12 e venivano da Bologna, a guidarli Giovanni da Salerno. Non si trattava di soldati di ventura, ma dei Frati domenicani che nel 1219 arrivarono a Firenze per insediarsi nella Chiesa di Santa Maria delle Vigne. Questa Chiesa, allora poco significativa, piccola, immersa nei vigneti appena fuori le mura cittadine, era il nucleo primigenio dal quale si è sviluppata l’attuale Santa Maria Novella.
La Basilica di oggi, una delle più belle della città, frutto concentrato di arti senza tempo, simbolo e centro pulsante del Quartiere, nasce da qui, da un piccolo nòcciolo posto dove adesso è ospitata la sagrestia. Sull’inestimabile valore artistico del complesso di Santa Maria Novella, uno dei contesti museali più visitati annualmente sul territorio, è già stato detto tutto, ma non possiamo non citare, tra i tanti motivi validi per una visita, alcuni aspetti legati alla storia monumentale del complesso.
La maestosa facciata di Leon Battista Alberti, l’imponente ristrutturazione interna operata dal Vasari che rivisitò parte dell’impianto gotico iniziale, il Chiostro Verde con i singolari affreschi realizzati in ‘terra verde‘ da Paolo Uccello, i crocifissi lignei di Giotto e Brunelleschi, le cappelle affrescate dal Ghirlandaio e da Filippino Lippi e la Trinità del Masaccio.
La Chiesa è stata anche palcoscenico di grandi eventi storici, dagli studi di padre Ignazio Danti, propedeutici alla riforma gregoriana del Calendario, alle prime, burrascose, invettive di Frate Caccini contro il modello astronomico di Galileo. Una realtà che incarna in pieno l’ideale che Victor Hugo aveva delle Chiese, come una sintesi fra architettura, arte, simbolismo, spiritualità, divulgazione del sapere e teatro delle umane vicende.
Il complesso è in questi mesi oggetto di lavori di recupero che interessano gli antichi dormitori del Convento. Questi ambienti, vista anche la posizione strategica rispetto alla Stazione Centrale, si prestano perfettamente ad ospitare i nuovi spazi di accoglienza museale, grazie all’incremento dei servizi di biglietteria e guardaroba, bookshop, caffetteria e servizi igienici. Il recupero, che riguarda anche pavimento, pareti e infissi, si concentra in modo particolare sul consolidamento e la pulitura delle colonne che sostengono le volte a crociera delle navate.