L’8 Maggio il Conclave eleggeva Robert Francis Prevost
«La Chiesa è costitutivamente estroversa» e l’autoreferenzialità spegne il fuoco dello spirito missionario. Anzi, con una espressione davvero fulminante, Prevost ha quindi aggiunto: «Il popolo di Dio è più numeroso di quello che vediamo. Non definiamone i confini».
È un messaggio potente, anche per chi si sente ai margini o fuori da un’appartenenza religiosa. Leone XIV°sembra dire: la Chiesa non è fatta dai «nostri piccoli gruppi, che si sentono superiori al mondo», ma è una realtà in cammino, che non perde tempo a stabilire recinti e trincee.
Fin dalla sua elezione, il Papa ha sottolineato che sente essere suo compito «custodire il ricco Patrimonio della fede cristiana e, al contempo, gettare lo sguardo lontano, per andare incontro alle domande, alle inquietudini e alle sfide di oggi». È un equilibrio sottile tra custodia e slancio.
Si delinea, così, una Chiesa che non ha l’ansia di definire tutte le questioni, ma che preferisce accompagnare le domande piuttosto che spegnerle. Colpisce, nei primi discorsi del Pontefice, la sua insistenza su una fede concreta. «Essere di Dio – ha, perciò, dichiarato – ci lega alla terra. Non ad un mondo ideale, ma a quello reale».