
L’attuale quadro normativo prevede che si può godere di importanti benefici fiscali sotto forma di credito di imposta per chi effettua erogazioni liberali in denaro a sostegno dell’arte e della cultura
«Io credo nella collaborazione fra pubblico e privato anche nella tutela del patrimonio culturale. L’Art Bonus, adottato pochi anni fa, è la strada giusta per questo», ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini. Introdotta nel 2014, l’agevolazione fiscale del 65% ha finora favorito donazioni per oltre 500 mila euro. «Se parliamo di patrimonio dell’umanità – ha, inoltre, aggiunto Franceschini – se l’articolo 9 della Costituzione impone la tutela del Patrimonio artistico e culturale della Nazione, allora questo elemento deve valere sia per il pubblico, ma anche per il privato. E’ giusto, quindi, che ci sia collaborazione».
Il rappresentante del Governo ha, infatti, partecipato alla Conferenza Stampa per l’apertura dei Saloni dedicati alla pittura del ‘600 e del ‘700 alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, il cui restauro è stato effettuato grazie ad una partnership pubblico-privato. «L’Art bonus ha aiutato le donazioni – ha, poi, precisato il Ministro -. Ci dicevano che non c’erano donazioni perché non avevamo incentivi come negli altri Paesi e oggi, invece, abbiamo un incentivo fiscale probabilmente più forte d’Europa. Sono arrivati in qualche anno oltre 500 milioni di euro di donazioni. Bene, ma non è abbastanza».
Per Franceschini si dovrebbe estendere all’Italia il concetto intrinseco alla cultura anglosassone del give back, ovvero ‘restituire al tuo Paese‘, valutando il bilancio sociale delle Imprese in rapporto a quanto abbiano destinato al Patrimonio culturale del Paese che, oltremodo, le rende più forti e credibili nel mondo. «Vorrei che le grandi Aziende italiane che esportano – ha, infine, chiosato il responsabile del Dicastero Cultura – si vergognassero se non destinano una parte dei propri utili a questo. E’ una tappa importante, ma ci stiamo arrivando per passi».