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La nuove misure di contrasto contro l’immigrazione irregolare sono «passi obbligati per gestire l’impatto di un flusso straordinario di sbarchi autonomi di migranti economici reso ancora più complesso dall’emergenza Covid-19». A dirlo il Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che chiarisce l’approccio rigoroso del Viminale in un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera precisando, con riferimento ai migranti economici, che «non c’è alcuna possibilità di regolarizzazione per chi è giunto in Italia dopo l’8 marzo 2020». Una crisi economica senza precedenti sta, infatti, producendo un numero eccezionale di partenze dalla Tunisia tant’è che ne hanno parlato in un incontro a Roma la stessa Lamorgese con il collega omologo francese Gèrald Darmanin. Nel frattempo aumentano i rimpatri verso il Paese nordafricano: «Abbiamo concordato per Agosto un incremento di rimpatri sui voli bisettimanali già riattivati lo scorso 16 Luglio dopo lo stop imposto dal lockdown», assicura il Ministro italiano riferendosi alla sua recente visita in Tunisia, mentre sul fronte Libia aggiunge: «in quel Paese c’è bisogno di stabilità e l’Italia non si deve tirare indietro perché solo in una cornice di sicurezza è possibile gestire il controllo delle frontiere e i flussi dell’immigrazione irregolare».

Tuttavia, per quanto riguarda il tema della sicurezza sanitaria rispetto all’arrivo sul territorio dei migranti irregolari, al quale le Comunità locali sono giustamente sensibili, il Ministro assicura che «tutti i migranti che sbarcano sulle nostre coste sono sottoposti al test sierologico e poi al tampone e la quarantena, inoltre, è obbligatoria per tutti». Intanto, Sicilia e Calabria avranno costantemente le coste controllate per evitare che la situazione sfugga di mano.