Prosegue il racconto delle meraviglie del Patrimonio librario italiano con la Biblioteca Statale del Monumento Nazionale di Montecassino

Nel 529 San Benedetto, proveniente da Subiaco, fonda un’Abbazia sull’acropoli di Montecassino in provincia di Frosinone, riutilizzando gli spazi di un tempio pagano eretto in onore del Dio Apollo. Qui San Benedetto trascorre gli ultimi anni della sua vita, scrivendo la regola benedettina e organizzando il luogo in modo da accogliere i monaci che in breve tempo cominciarono ad affluire.
Pochi decenni dopo, l’Abbazia subisce la prima distruzione ad opera del Duca beneventano longobardo Zottone e la Comunità è costretta a trasferirsi a Roma. Nel 718 circa, l’abate bresciano Petronace viene inviato a Frosinone da Papa Gregorio II° per ripopolare Montecassino, missione che l’abate assolse con successo.
Durante questo periodo di ripresa delle attività produttive e di progresso culturale, fiorisce in modo particolare lo scriptorium che portò alla redazione di documenti ancora oggi custoditi nella Biblioteca: «Sono testimonianze fondamentali – spiega il Direttore della Biblioteca Don Mariano dell’Omonon solo per ricostruire la storia della cultura cassinese, ma soprattutto per la storia della scrittura beneventana».
L’XI° è il secolo d’oro per l’Abbazia, grazie all’abate Desiderio, poi Papa Vittore III° ricostruisce completamente la struttura dopo la nuova distruzione avvenuta nel secolo precedente da parte dei saraceni di Agropoli. Il Pontefice farà decorare la Chiesa con preziosissimi affreschi e mosaici aumentando, inoltre, il numero di scribi e miniaturisti di eccezionale talento che lavorano, appunto, nello scriptorium.