Paul McCartney, artista di grande spessore e per questo venerato in tutto il mondo, non ci sta e lancia i suoi anatemi contro il Governo italiano ed Assomusica, l’Associazione di promotori di musica dal vivo, che dopo l’annullamento dei due concerti previsti per l’attuale mese di Giugno, il 10 a Napoli e il 13 Lucca, hanno deciso di non rimborsare i biglietti e di concedere soltanto un voucher di pari importo (200-300 euro) da utilizzare per altri spettacoli. «È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi – dichiara McCartney -. Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il Governo italiano ed Assomusica hanno fatto. A tutti i fan degli altri Paesi che avremmo visitato quest’estate è stato offerto il rimborso completo. L’organizzatore italiano dei nostri spettacoli ed i legislatori italiani devono fare la cosa giusta in questo caso. Siamo tutti estremamente dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire – conclude infine l’artista – ma questo è un vero insulto per i fan».

Insomma, l’ex Beatles sembra proprio amareggiato (ma come si fa a dargli torto), al punto che la sua presa di posizione è tanto piaciuta all’Unione Nazionale Consumatori, tant’è che il Presidente Massimiliano Dona ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Parole sante, tutti gli artisti dovrebbero condividere la posizione di Paul McCartney ed unirsi ai consumatori in questa battaglia». Una misura, quella del voucher, maturata con il cosiddetto Decreto Rilancio per non impattare sulle Agenzie live, al momento in difficoltà a seguito dei provvedimenti emanati per contrastare l’emergenza Covid-19.

E così il Baronetto dell’Ordine dell’Impero Britannico, titolo che gli venne assegnato nel lontano 1965 insieme agli altri componenti della leggendaria band, dimostra quantomeno di averlo meritato, anche se qualche anno più tardi, era il 1968, John Lennon, in un’intervista fatta da due studenti della Keele University, dichiarò: «Ci hanno fatto persino baronetti. Probabilmente una delle più grandi pagliacciate che questo Paese abbia mai visto, ma questa è sovversione, questa è rivoluzione». Ma alle “pagliacciate” nella storia, evidentemente, non ci sono davvero limiti.