Tutti i segreti dell’ultima esplorazione subacquea sul relitto della nave

Un nuovo squarcio di luce emerge, a decenni dal suo affondamento, dal buio dei fondali oceanici in cui era sprofondato l’Andrea Doria, il mitico transatlantico costruito nei cantieri navali Ansaldo di Sestri Ponente ed entrato in servizio esattamente 70 anni fa, nel 1953.
Le emozionanti immagini registrate dal team di subacquei, composto da americani ed italiani, lasciano a bocca aperta. Non è stato facile, infatti, raggiungere il relitto della nave, adagiato ad una profondità di 74 metri sui fondali dell’Oceano Atlantico, al largo dell’Isola di Nantucket.
Ciò che resta del transatlantico è stato filmato integralmente da poppa a prua con telecamere di ultima generazione. Un lavoro prezioso per conoscere il passato della turbonave e aiutarne a immaginare il futuro. Come è ben noto agli appassionati di storia della navigazione, il destino dell’ammiraglia genovese è legato a doppio filo alla Stockholm.
L’imbarcazione battente bandiera svedese si schiantò, purtroppo, sulla fiancata destra dell’Andrea Doria nella notte di nebbia tra il 25 e 26 Luglio 1956, provocando un disastro navale senza precedenti con la morte di 51 persone fra passeggeri e marinai della stessa Stockholm.
Ebbene, per la prima volta, le telecamere italiane hanno immortalato la prua della nave svedese, regalando all’Italia e a tutto il mondo filmati inediti e spettacolari. Gli studi condotti sui parametri biologici dei sub immersi nelle gelide acque atlantiche potranno, infine, servire allo sviluppo di nuove teorie di ricerca in ambito medico e a nuove applicazioni capaci di supportare, dal punto di vista tecnologico, le spedizioni sportive avanzate.