Un momento di notevole livello culturale, reso possibile grazie al lavoro di un gruppo di donne impegnate a tutela e promozione delle tradizioni. Uno spazio dedicato ad Ofelia Giudicissi con la presentazione del libro di Giusy Nisticò

A Pallagorio, amena località arbëreshe del crotonese, si è tenuto un evento speciale per parlare di donne, ma soprattutto del loro speciale modo di fare e delle opere artistiche create da grandi donne calabresi. L’appuntamento è stato organizzato per celebrare doverosamente, con uno spazio dedicato, le opere della poetessa, pittrice e archeologa pallagorese Ofelia Giudicissi.

Un angolo ospitato all’interno della biblioteca dell’Associazione RriMi Bashkë (Stiamo Insieme), pensato e fortemente voluto per far conoscere alle nuove generazioni le doti e il talento di questa eclettica artista, scomparsa prematuramente 40 anni fa. Seppure costituita da un anno, l’Associazione, formata esclusivamente da donne, ha messo in piedi un percorso culturale che ha come obiettivo quello di creare nel borgo dell’entroterra crotonese un punto di aggregazione intergenerazionale che ha come scopo principale quello di far riscoprire e rivivere le tradizioni, gli usi e i costumi arbëreshe.

Per onorare la memoria di Ofelia Giudicissi è stata ospitata un’altra affermata poetessa del crotonese, Giusy Nisticò autrice di Të lidhësh petalet (Petali di sentimenti), pubblicato a Tirana dalla casa editrice ADA, una raccolta di versi in albanese che armonizzano l’essenza della vita, rappresentando lo specchio del mondo che ci circonda, con particolare attenzione rivolta alla sua bellezza e ai sentimenti che catturano l’animo umano.

«La scrittura è importante – ha dichiarato la Nasticò – ed è un solido collante fra le diverse Comunità. Quella arbëreshe è molto importante per me, perché fa comprendere quanto siano necessarie le tradizioni nella vita di tutti noi». L’iniziativa è stata aperta della Presidente Filomena Greco, che nel suo saluto agli intervenuti ha evidenziato la necessità di riscoprire e far rivivere la cultura arbëreshe.

Il momento clou dell’incontro è stato, comunque, quello della partecipazione di Pietro Curci, figlio di Ofelia Giudicissi, che in video collegamento ha definito sua madre «un capobranco che ha lottato molto nella sua vita e che continua ancora a ispirare con le sue opere quanti lottano per colmare la differenza che non dovrebbe mai esistere tra uomo e donna». Il suono del flauto traverso di Lucia Gentile ed il canto di Rosalba Truglio hanno, infine, impreziosito i vari momenti del dibattito.