Prophet Song è un libro cruciale per la nostra era

Ieri notte, lo scrittore irlandese Paul Lynch con il suo libro Prophet Song, ha esultato conquistando il massimo Premio per opere in lingua inglese. Il Booker Prize, infatti, è un riconoscimento letterario istituito nel 1968 ed assegnato ogni anno al miglior romanzo scritto in inglese e pubblicato nel Regno Unito e, dal 2018, anche nella Repubblica d’Irlanda.
Un romanzo non lungo, ma emozionalmente sterminato, che racconta un Paese tremendo e claustrofobico, conquistato dall’estrema Destra e, ormai, sul precipizio del totalitarismo. Dove i cittadini svaniscono o vengono arrestati e i giovani sono requisiti dall’esercito, mentre la democrazia e la libertà stanno svanendo.
Lynch, 46 anni di Limerick, ha vinto a pochi giorni della ‘giornata della vergogna’, così come l’ha definita il premier irlandese Varadkar. Ma questa non è la solita opera distopica, orwelliana. Perché l’autore riesce a tessere le tensioni e la fragilità contemporanee, con una scrittura viscerale, poetica e spietata. Dove, come in Joyce, la punteggiatura è praticamente assente.
Prophet Song, uscito quest’anno, è il quinto romanzo di Lynch e racconta la storia di Ellish Stack, scienziata e madre che si ritrova da sola con 4 figli dopo che lo Stato irlandese ha rapito il marito sindacalista, per motivi sconosciuti. Qui inizia una storia umbratile e tirannica, che costringerà la donna a scelte funuste, fra l’istinto di salvare la sua famiglia e la dannazione dell’addio ad ogni libertà.