Oltretutto a Malaga è arrivato Berrettini con gli azzurri che decidono il loro futuro

Dal G8 di Torino a quello della Davis a Malaga, cambiano le Finals e cambia tutto. Chi ha Sinner parte dall’1 a 0, si intende, ma i punti sono 3 e ne servono 2. L’impressione è che dovremo sudarceli. Anche contro l’Olanda, che non ci batte dal 1923 (7-1 il bilancio), e fanno 100 anni giusti. Intanto, ieri è arrivato Berrettini per sostenere i compagni.
Jannik Sinner si sta già ritagliando il ruolo di giovane leader, ha dato la sua disponibilità a giocare sia il singolare che il doppio, se dovesse essere decisivo, caricandosi la squadra sulle spalle. L’esperienza degli ultimi mesi ci ha restituito, infatti, un giocatore maturo, un giovane adulto sul quale si può fare affidamento. La situazione, comunque, dovrebbe andare incontro alle attitudini di Jannik, che ha testato soprattutto servizio e risposta, ma anche allentato la tensione di gioco.
«Per Jannik non provo invidia, ma sano agonismo» ha, infine, ricordato Berrettini. Certo, ci fosse stato lui l’Italia davvero sarebbe stata la formazione da battere. Ma, attenzione, in realtà il tennista romano s’è buttato giù dal letto, ieri mattina, e si è presentato a Malaga da tifoso d’eccezione. Ieri gli azzurri, tuttavia, si sono allenati ancora una volta a porte chiuse.