2 anni

Nella giornata di ieri, 21 Marzo, si è consumato un altro clamoroso divorzio nel mondo del calcio. Paulo Dybala a fine Stagione lascerà la Juventus a causa del mancato rinnovo del contratto

Da qui a Giugno il campione argentino sarà, dunque, un separato in casa. I vertici della Società bianconera, infatti, hanno deciso che non è più lui l’uomo sul quale puntare nell’immediato futuro. L’acquisto a Gennaio di Dušan Vlahović ha, tuttavia, cambiato gli equilibri all’interno della squadra e adesso anche i tifosi dovranno farsene una ragione.
E cosi, il ‘ragazzo della porta accanto‘, perché questo è sembrato essere Dybala nell’immaginario collettivo juventino (e non solo), è già pronto, dopo 7 anni vissuti all’ombra della Mole Antonelliana, ad intraprendere il viaggio verso una nuova destinazione.
Ad aspettarlo, molto probabilmente, c’è già la Spagna, lontana sì, ma allo stesso tempo vicina, per indole e cultura, alla sua Argentina, o tutto al più l’Inghilterra con l’irresistibile fascino della Premier League.
«La dirigenza della Juventus non prende decisioni contro la Juventus, la dirigenza della Juve prende delle decisioni per il bene della Juventus» ha detto Arrivabene subito dopo aver liquidato l’entourage del calciatore nell’incontro tenutosi alla Continassa.
Ovvio che la famiglia Agnelli non avrebbe mai accettato le richieste economiche di un atleta che, per quanto ancora creativo ed imprevedibile nelle sue giocate, lascia purtroppo molti dubbi sulla sua reale condizione fisica.
Nel calcio quotato in Borsa, oltretutto, non c’è più posto per i sentimenti. Piaccia o meno, dal 2020 il rendimento della Joya è calato vistosamente e dinanzi alla freddezza dei numeri non sono consentite fiammate di passione né, tanto meno, slanci di incosciente generosità.
Resta, in ogni caso, il dubbio se la Juventus riuscirà a rimpiazzare adeguatamente Dybala che tra l’altro è sembrato essere la sponda ideale per l’attaccante serbo, almeno in questo scorcio di Campionato.
Il sospetto è che l’operazione non sarà facile, anche perché, al di là della continuità nelle prestazioni, di fianco alla forza atletica di un Vlahović dirompente, occorre per l’appunto l’estro e la fantasia di un talento come l’argentino, capace di inventare e, soprattutto, di far sognare, qualità che nel calcio moderno è diventata merce sempre più rara.