L’evento vuole fotografare la realtà, le idee e i tumulti che agitano i nostri tempi inquieti

Leggendo tra le righe del programma si possono cogliere diverse linee di indagine che vogliono restituire una visione d’insieme dello stato dell’Arte della Danza contemporanea. Grandi compagnie, infatti, che combinano nei loro spettacoli i fondamenti della Danza classica con linguaggi contemporanei.
Un modo per esplorare quel confine sottile fra tradizione ed innovazione che si è trasformato negli anni seguendo percorsi di ricerca, citazioni e rimandi, che hanno contribuito a far evolvere la coreografia fino ai nostri giorni. Il Festival, inoltre, non abdica all’impegno di presentare le tendenze emergenti della coreografia internazionale e continua anche a seguire il percorso di artisti a noi molto cari con le loro più recenti creazioni.
E prosegue anche l’impegno a sostegno della coreografia italiana rappresentata da numerosi artisti. Sono, dunque, molteplici le linee che attraversano l’edizione 2023, grazie alle quali è possibile cogliere un sottotesto condiviso, una sorta di metaverso in cui si esprime una visione sul nostro presente, si creano nuovi immaginari, si coglie un bisogno di armonia dell’uomo con l’ambiente e la natura.
Il primo pensiero va al Teatro Stabile di Torino, con cui si condividono giorno per giorno riflessioni, dubbi, entusiasmi e pensieri, senza tralasciare il Ministero della Cultura, che negli anni ha rafforzato il proprio sostegno. Come sempre la strada si incrocia felicemente con tanti protagonisti della cultura torinese rendendo vivo e sempre più aperto lo sguardo sul territorio.