Il film è ispirato alla storia di Edgardo Mortara, il bambino ebreo che nel 1858 fu allontanato dalla sua famiglia di origine, per essere allevato da cattolico sotto la custodia di Papa Pio IX

S’intitola La Conversione e racconta, appunto, di un ragazzino ebreo portato via dalla famiglia e che poi divenne cristiano e Prete. Il regista Steven Spielberg aveva già in mano il progetto, era infatti venuto in Italia per i sopralluoghi visitando persino la Scuola dei Catecumeni a Bologna, ma la sua sarebbe stata comunque una versione ‘inglesizzata‘ dell’intera vicenda.
«Sarà un film di ricostruzione storica – ha dichiarato Bellocchio -. È come se la storia di Mortara passasse attraverso snodi storici strategici, fra cui la caduta del potere temporale del Papa. Il film non potrà seguire tutta la vita di Mortara, morto a 90 anni. Si partirà con il suo rapimento per finire, parlando in termini lineari, con la presa di Porta Pia».
Al centro del film ci sarà, senza alcun dubbio, il mistero della conversione. Ma non nel senso di Messori che dice che si era veramente convertito. Si parte dall’indubbia e terribile violenza perpetrata nei confronti di un bambino e dovuta al fanatismo religioso, passando per l’atroce idea che in nome di una fede si possa fare di tutto.