Nella notte fra il 10 e l’11 Agosto i tedeschi iniziano a ritirarsi da Firenze

Con i i rintocchi della Martinella che chiama alla lotta, l’insurrezione si accende dappertutto, ma i partigiani non sono soli perché al loro fianco si ritrovano persone di ogni età e di ogni fascia sociale, pronte a partecipare in prima persona alla battaglia decisiva per la liberazione della città.
E’ questa l’immagine del capoluogo toscano in quel lontano 1944. A sera, dopo alcuni intensi scontri pomeridiani nella zona di Rifredi, dove alcune squadre partigiane erano rimaste accerchiate, la città è sostanzialmente libera anche se alle prese con i tentativi di contrattacco tedeschi che il 15 Agosto si spingeranno addirittura fino in Piazza San Marco, praticamente in pieno Centro.
Il Comitato di Liberazione Nazionale si insedierà a Palazzo Medici Riccardi, mentre a Palazzo Vecchio una Giunta comunale, designata dal CLN, assumerà l’Amministrazione di Firenze. Il Sindaco è il socialista Gaetano Pieraccini, grande figura di medico e ricercatore nel campo della patologia del lavoro, mentre i Vicesindaci saranno il comunista Renato Bitossi ed il democristiano Adone Zoli.