La vicenda umana del pianista è un colpo al cuore per tutto il pubblico

Tutti in piedi, gli applausi, subito scroscianti, senza nemmeno il bisogno di dire niente. Giovanni Allevi ha l’aria poetica di un fumetto, la figura esile, i ricci argentati che spuntano dal berretto. Parla della malattia, terribile e feroce, il mieloma che l’ha colpito all’improvviso: «Mi è crollato tutto, non suono più il pianoforte davanti a un pubblico da quasi 2 anni» sono state le sue parole.
L’ultima volta il dolore alla schiena era talmente forte che non riusciva ad alzarsi dallo sgabello per ringraziare la Sala: «Ho perso il mio lavoro, i miei capelli, le mie certezza, ma non la speranza» ha, quindi, ricordato. Racconta le albe e i tramonti in Ospedale, ringrazia i medici, non riesce a trattenere le lacrime per le persone malate. «Anime splendenti ed esempi di vita autentica».
Sicuramente, una delle pagine più intense della storia del Festival di Sanremo. La platea dell’Ariston, come è giusto che sia gli ha tributato una standing ovation. «È come se avessi strappato alla mia fine una manciata di anni – ha, infine, dichiarato l’artista – e voglio viverli più intensamente possibile. Ho una neoplasia cronica, non si vince mai questa battaglia».