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Alla fine la lettera di diffida da parte del Governo centrale è arrivata sul tavolo della Presidente Jole Santelli rea di aver emanato un’Ordinanza con la quale ha previsto da Giovedì scorso la parziale apertura di bar e ristoranti in tutta la Calabria.

In realtà, la Santelli ha sempre sostenuto, in maniera inflessibile, di voler fare ripartire l’economia calabrese fatta di piccole e medie Imprese che rappresentano un apparato vitale per una Calabria che, come tante altre Regioni, «ha inteso attuare piccole misure per una nuova normalità, per il lavoro e non per l’assistenza».

La reazione dello stesso premier Giuseppe Conte non si è fatta però attendere, in cui senza mezzi termini ha richiamato i Presidenti regionali “ribelli” ad attenersi in modo scrupoloso alle linee guida dettate dal Consiglio dei Ministri. Ad intimare pubblicamente il provvedimento di diffida, è stato comunque il Ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia il quale ha dichiarato: «Il governo fa atti pensando alla salute, alla vita delle persone, e a salvare posti di lavoro. Che cosa succederebbe se in un ristorante, in un piccolo paese calabrese, scoppiasse un focolaio? Ce lo perdoneremmo? Io dico no».

La Presidente della Regione Calabria, tuttavia, non ha mai dato segnali di arretramento in quanto è sempre stata convinta della bontà delle scelte compiute. «L’Italia è profondamente diversa non solo per numero di contagio, ma anche per realtà economiche – sono state le sue parole -. Il Governo riapre la grande industria manifatturiera che in Calabria non c’è. La nostra economia si basa su altro e anche questa va tutelata con urgenza».