A Dallas l’attentato di un leader che la morte ha trasformato in un mito

Nel 60° anniversario dell’assassinio dell’allora Presidente Kennedy, suo nipote Robert F. Kennedy Jr., non poteva stare zitto. In corsa come indipendente per la Casa Bianca nel 2024, con i sondaggi che gli danno ben un quarto dei voti negli Stati in bilico in una ipotetica sfida contro Biden e Trump, il carismatico candidato, noto per le teorie cospirative sui vaccini, ha chiesto all’attuale Presidente americano (suo rivale) di pubblicare tutti i file ancora in parte top secret sulla morte dello Zio.
«I misteri della morte di Kennedy sono parte della sua eredità e hanno contribuito al declino di fiducia dell’Opinione Pubblica nelle Istituzioni americane, non solo nella Cia» ha dichiarato al Corriere della Sera l’ex Segretario Generale dell’Organizzazione degli Stati Uniti Luigi R. Einaudi. Anche lui erede di una dinastia in quanto è nipote del nostro ex Presidente della Repubblica, ma nato in America dove entrò in Diplomazia sulle orme di Kennedy.
Lo storico Fredrik Logevall, Premio Pulitzer, sta lavorando ora al secondo tomo di una documentata biografia, dove racconta tra l’altro il peso sulla sua elezione del fatto che fosse cattolico. Oggi Biden sta rafforzando le alleanze nell’Indo-Pacifico, Kennedy invece lanciò l’Alleanza per il Progresso fra Nord e Sud America. «JFK ricorda di un’era in cui era possibile credere che il Governo potesse fare cose davvero grandi, anche se non poteva risolvere tutti i problemi» ha, infine, ribadito.