Evocativo, ma non illecito

Il solo braccio teso nel saluto romano non rappresenta una violazione della legge, dicono i Giudici della Cassazione a sezioni unite, con una sentenza che punta a separare la commemorazione dall’apologia. Si doveva, infatti, decidere se alcune persone con il braccio teso a simulare il saluto fascista, fossero responsabili della violazione della Legge Mancino, ossia avessero colpevolmente istigato all’odio e alla discriminazione.
I Giudici, tutto sommato, hanno detto no, almeno per quelle persone che avevano messo in scena un rito commemorativo e, dunque, in astratto, privo di conseguenze per la Comunità e per la democrazia. Il caso preso in esame riguardava un processo contro alcuni giovani di estrema destra che si erano riuniti per ricordare le vittime dell’antifascismo militante in epoche differenti.
La decisione della Cassazione, a questo punto, sembra spianare la strada al loro proscioglimento, ma anche alla revisione di innumerevoli processi nei quali il saluto fascista era stato perseguito come reato contro lo Stato. «Sentenza garantista di libertà e di tutela dell’espressione delle proprie idee» commentano i difensori degli accusati e a loro si aggiunge anche la presa di posizione di Casa Pound: «É una vittoria che finalmente mette fine a una serie di accuse senza senso, con buona pace di chi invoca condanne e sentenze esemplari».