Continuano con insistenza la contestazioni dei tifosi rossoblù al Presidente Eugenio Guarascio per la fallimentare gestione sportiva della squadra e la conseguente retrocessione in Lega Pro

Un’altra giornata è trascorsa nel furibondo desiderio di dar sfogo alla rabbia e all’amarezza che da Lunedì scorso arde nell’animo dei tifosi rossoblù dopo il doloroso abbandono della Serie B. Negli angoli più remoti della città, infatti, un solo slogan è apparso in successione allo sguardo di ignari passanti: Guarascio vattene, si leggeva.

Messaggio chiaro ed inequivocabile che ha, definitivamente, sugellato la fine di una storia che tutto è stato tranne che amore, nei confronti di un personaggio sempre inviso agli occhi dei tifosi, i quali lo hanno sempre guardato con diffidenza e sospetto, anche nei momenti più fulgidi di ‘gloria‘.

E’ davvero difficile comprendere come possa ora ricomporsi questa insanabile frattura che, tra l’altro, non fa presagire nulla di buono per il futuro calcistico della città, almeno fin quando l’imprenditore di Perenti resterà alla guida della Società bruzia. Cosa, poi, lo spinga ad esporsi a così tanto sdegno e biasimo collettivo, da rasentare quasi il dileggio, è materia altrettanto ardua e faticosa da spiegare.

Intanto, è atteso per Lunedì 17 Maggio il delicato Consiglio Federale – FIGC che avrà come punto all’Ordine del Giorno anche la trattazione dell’argomento relativo le Licenze Nazionali Stagione sportiva 2021/2022, ossia l’iscrizione dei Club ai prossimi Campionati professionistici e, secondo alcune autorevoli indiscrezioni, sarebbero 3 le attuali Società di B a rischiare la partecipazione in cadetteria per seri problemi economici legati alla pandemia.

Il Cosenza, per fortuna, è una delle poche Società ad avere i conti in ordine, ma questo tuttavia passa decisamente in sordina, giacché la delusione è tanta nel popolo rossoblù e, quindi, neanche l’eventuale ripescaggio dei Lupi sarebbe sufficiente a riportare serenità nell’ambiente. Quello che i tifosi chiedono, a prescindere dalla categoria in cui la squadra dovrà cimentarsi, è soprattutto un rinnovamento societario a 360 gradi e a distanza di 10 anni dall’insediamento di patron Guarascio appare una richiesta del tutto legittima, specie se si considerano gli anni tribolati della sua disastrosa gestione nel calcio che conta.