Espulsi per direttissima i 15 Senatori del M5S che ieri si sono opposti alla fiducia al Governo Draghi. Intanto, sale la tensione. In serata la conta a Montecitorio

Nessuno avrebbe potuto mai immaginare, agli albori del Movimento, che il suo fondatore Beppe Grillo, nemico dell’establishment europeo, avrebbe un giorno espulso dal gruppo parlamentare coloro i quali si sarebbero opposti a Mario Draghi, non solo quindi il capo del Governo, ma il simbolo di quel mondo politico-finanziario così avverso all’ideologia grillina. Chissà cosa direbbe Casaleggio (padre) se oggi fosse ancora in vita.

E’ chiaro che, in un contesto del genere, si assiste ad una delle più incredibili mutazioni nella storia politica della Repubblica. Se da una parte, infatti, si assiste alle polemiche maturate all’interno del Partito Democratico secondo cui il Segretario Zingaretti sarebbe troppo appiattito sulle posizioni di Di Maio, occorre chiedersi cosa resta di quel Movimento sovranista e anticasta che doveva aprire il Parlamento «come una scatoletta di tonno».

A farne le spese, dopo l’annuncio in mattinata di Vito Crimi, sono stati parlamentari del calibro di Nicola Morra e Barbara Lezzi. Dopo la fiducia alla Camera, oltretutto, il numero dei ‘ribelli‘ potrebbe crescere in maniera implosiva. I primi Deputati a venire allo scoperto soso stati Pino Cabras e Francesco Forciniti e nel pieno dello scontro tra Crimi e il gruppo di dissidenti, Grillo ha deciso di scrivere personalmente un post sul suo blog: «Oggi, alle 21:55, la sonda Perseverance atterrerà su Marte – ha scritto in riferimento ad una notizia di cronaca -. Alla stessa ora, la perseveranza atterrerà su un altro Pianeta. La Terra. Più precisamente alla Camera dei Deputati», forse per dire che i grillini non sono più marziani.