Geolier fischiato prima di celebrare la sua vittoria

Non dev’essere proprio andata giù al pubblico dell’Ariston l’esibizione, ma, soprattutto, la vittoria del cantante napoletano ottenuta ieri nella serata delle cover. C’è molto di snob nell’atteggiamento di quanti hanno accolto, fra disappunto e contestazione, il nome dell’artista pronunciato da Amadeus, il quale ha subito cercato di sminuire l’accaduto. Una bordata di fischi, che qualifica un modo evidente la descriminazione territoriale di una città e di un Festival, a dir poco discutibili.
Per tradizione è la serata più attesa, quella in cui gli artisti reinventano i successi e s’incontrano, tra l’altro, tante generazioni. Cantare in dialetto, poi, non è una cosa da Sanremo, ma farlo in napoletano è quanto di peggio potesse capitare. Fischiare Geolier è, d’altronde, un atto di inciviltà e non ci sono parole per commentare con sdegno quanto è successo in Sala. Brividi, in ogni caso, con Angelina Mango, che ha reso omaggio al papà Pino Mango, scomparso nel 2014, con una canzone meravigliosa.
Infine, il professor Roberto Vecchioni ha abbracciato Alfa, nato nel 2000, e con Sogna ragazzo sogna ha inneggiato un inno al futuro, che per i giovani non è mai così facile. Standing ovation infinita che ha sovrastato di applausi la loro interpretazione. Una grande serata di musica, purtroppo, rovinata dall’atteggiamento di un pubblico indecoroso che ha tradito i valori e lo spirito unitario di una Nazione intera. E questa, oltretutto, non è come, invece, potrebbe sembrare, retorica spicciola.