Con lui in campo decolla il gioco di Spalletti

Chiesa al centro del villaggio azzurro. Spalletti, infatti, fremeva salutando il ritorno dell’unico fuoriclasse del calcio italiano, ribattezzato a sua volta il Sinner del pallone. Sinora, nelle poche uscite del suo mandato, il tecnico della Nazionale non lo aveva ancora potuto utilizzare. «Appena starai bene, il posto sulla fascia sinistra sarà tuo» gli aveva promesso il mister.
C’è un’Italia con Chiesa e un’altra senza, come si era accorto Mancini nel sofferto declino post Europeo, senza più ali e frecce per sorprendere. Chiesa in azzurro non giocava titolare da 2 anni esatti, le ultime presenze dal primo minuto risalivano al Novembre 2021. La scorsa notte l’Olimpico ce lo ha restituito al top e ha avuto il sapore di una catarsi. Ora si può dire senza alcun problema.
L’asso della Juventus ha fatto subito una bella differenza, ma l’attacco dell’Italia sta, comunque, funzionando, con 13 gol in 5 partite. Gli strappi, le accelerazioni e il tiro letale di Federico sono una garanzia verso l’Europeo. Ci sarà stato un motivo se dopo il titolo di Wembley non eravamo più stati gli stessi. Mancava il nostro Sinner