L’eremo di Sant’Antonio alla Palanzana di Viterbo è Sede dei disobbedienti del Papa

La guerra civile nella Chiesa cattolica ha la voce soffice della benedizione. ‘Pace e bene’, rispondono al citofono dell’eremo. Non si può entrare, spiega con gentilezza il Sacerdote, la vita della piccola Comunità è protetta da un muro di cinta che corre tutto attorno a questo Monastero che sorge alle pendici del monte Palanzana, un’altura alle porte di Viterbo.
Fuori il paesaggio bucolico della Tuscia, punteggiato di oliveti e antiche Ville nobiliari, cede il passo a un boschetto di querce roverelle. Dentro si lavora alacremente allo scisma da Papa Francesco. L’obiettivo è quello di costruire una cittadella tradizionalista. Il Collegium Traditionis, questo il nome, che sarà una struttura di vita clericale in Comune, da destinare a chierici e religiosi fatti oggetto delle epurazioni bergogliane.
Gli abitanti del luogo, però, non sanno nulla. Il fondatore è Monsignor Carlo Maria Viganò che dopo aver scalato i gradini della carriera Vaticana, questo ex Nunzio Apostolico degli Stati Uniti, si è messo a cannoneggiare Papa Francesco con posizioni, via via, sempre più radicali. Quando Bergoglio ha deciso di benedire le coppie gay l’Arcivescovo si è scatenato contro «i servi di Satana ad iniziare dall’usurpatore che siede sul soglio di Pietro».