Dopo un’accesa discussione in Consiglio dei Ministri è saltata la proroga

Dunque, Il Governo ha detto «no» alle agevolazioni fiscali, seppellendo il Decreto Crescita. Il clamoroso colpo di scena si è consumato a Consiglio dei Ministri ancora in corso. Spinto in questa direzione dopo essere finito dentro al Milleproroghe. Il Decreto, del resto, rappresentava un vero e proprio cortocircuito normativo. Una legge nata per aiutare un Settore molto vasto come il mondo del lavoro stravolta, invece, da una categoria abbastanza ristretta come il calcio.
Oltretutto, le Società calcistiche hanno utilizzato questa norma per setacciare il mercato potendo erogare cifre più alte ai calciatori grazie a
uno sconto del 50% sulle tasse per chiunque non sia stato residente nel nostro Paese nei 2 anni precedenti e si sia impegnato a restarci per i 2 successivi. Pensavamo, tuttavia, che la norma potesse essere corretta facilmente proprio per aumentare la qualità del nostro calcio e conservarne la competitività internazionale.
Purtroppo, così non è stato. «Anziché importare cervelli, stiamo favorendo l’ingresso di piedi…» erano state, infatti, le parole del Ministro dello Sport Andrea Abodi. Piedi stranieri, tra l’altro, con i giovani italiani in posizione di svantaggio rispetto a coetanei di altre nazionalità che ai loro datori di lavoro costavano, di fatto, la metà. L’abrogazione era, comunque, nei piani del Governo. Non si trattava di decidere se il Decreto dovesse restare o meno, ma come e quando abbandonarlo.