Il Capo dello Stato ha rivolto un discorso ai Capi delle missioni Diplomatiche accreditati presso la Repubblica italiana

Si è svolta al Palazzo del Quirinale la tradizionale cerimonia dello scambio degli auguri di fine anno fra il Corpo Diplomatico e il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. All’incontro tenutosi nel Salone dei Corazzieri, hanno partecipato il Capo della Farnesina Antonio Tajani, nonché il Vice Ministro ed i Sottosegretari del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.
«Una Comunità internazionale che non riesce a proteggere i suoi figli – ha dichiarato Mattarella nel suo discorso – che non è in grado di recare aiuto umanitario neanche ai fanciulli, appare inumana. A fronte di uno scenario che sembrerebbe implicare la fine di un sistema basato su regole condivise, ci appare un mondo in cui tutto è permesso, dove l’atto di aggressione non è più censurato come violazione, ma, al contrario, viene addirittura giustificato per pretesi interessi nazionali».
Ricevendo, dunque, gli Ambasciatori al Quirinale per gli auguri di Natale, non ha nascosto le sue profonde preoccupazioni per i troppi conflitti in corso. Il quadro del 2023 è, infatti, davvero sconfortante. Non soltanto Kiev è ancora impegnata a difendersi, ma molte altre Aree del nostro globo sono oggi in condizioni di maggiore precarietà rispetto allo scorso anno.
«Dobbiamo essere consapevoli che il nostro pianeta, per sopravvivere, ha indispensabile necessità di un sistema multilaterale, capace di sviluppare ulteriormente forme di collaborazione e di integrazione – ha, inoltre, aggiunto il Presidente -. Le voci di chi oggi non si sente sufficientemente ascoltato vanno prese in adeguata considerazione, a partire dalle legittime esigenze dei Paesi più poveri, più fragili, perché sono quelli le cui popolazioni patiscono maggiormente i contraccolpi delle crisi che si susseguono».
«L’Italia non farà venire meno il proprio impegno – ha, infine, concluso Mattarella -. Il mio auspicio per il 2024 è che possa maturare un’accresciuta consapevolezza sulla necessità di imperniare i rapporti internazionali sul rispetto degli Stati, dei popoli, delle persone. Su cooperazione, solidarietà e condivisione di responsabilità. Rivolgo, pertanto, un saluto i giovani diplomatici italiani qui presenti, che si affacciano a questo importante compito in una fase storica così complessa».