Da Torino a Palermo crescono le denunce e le segnalazioni al numero 1522

Il giorno del picco è stato l’11 Novembre, nelle ore successive al tragico ritrovamento del corpo di Giulia Cecchettin. Ma alcune settimane dopo, l’onda lunga della presa di coscienza, del coraggio e della responsabilità, sembra non essersi più esaurita. 14 mila chiamate registarte al 1522, il numero dell’emergenza per le donne vittime di violenza, con un trend ancora in aumento.
Chiamano madri in ansia per le figlie, ragazze giovanissime, specie al Nord, che chiedono aiuto per sé o per le amiche, ma anche tante donne over 60, soprattutto al Sud. Insomma, il femminicidio di Giulia sembra davvero aver segnato uno spartiacque. Almeno nella consapevolezza delle donne italiane. Come in uno scenario di guerra vengono picchiate, maltrattate, perseguitate ed umiliate da mariti, figli, compagni di vita, fidanzati ed ex.
Ed ecco, allora, che finalmente si comincia a denunciare di più o anche solo a chiedere aiuto ai Centri Antiviolenza anche al Sud, dove il fenomeno riguarda in particolare donne avanti con gli anni, che dopo aver accettato con rassegnazione una vita di violenze e soprusi in famiglia, cominciano ora ad alzare la testa. Dal caso Cecchettin cala anche l’età delle denuncianti. Sono tante, infatti, le ragazzine che segnalano atteggiamenti rischiosi. E dalle Procure, intanto, fanno sapere: «Servono più risorse».