Piero Caratelli, deceduto nel Marzo del 2018, per problemi di salute a seguito di esposizione ad amianto nei mezzi corazzati

L’uomo è stato esposto a forti dosi di fibra killer e ad altri agenti tossici nocivi, incluse sorgenti radioattive da metalli pesanti, durante il Servizio di Leva, svolto dall’Ottobre del 1966 al Dicembre 1967, presso la Caserma Franco Martelli di Pordenone. Il Ministero, già nell’Ottobre 2020, era stato condannato in via definitiva e a concedere ai familiari i benefici assistenziali e quelli spettanti alle vittime del dovere, del terrorismo e della criminalità organizzata.
Quest’ultima sentenza risarcitoria, oggi passata in giudicato, risale al mese di Aprile e sancisce la vittoria definitiva della vedova di Caratelli. Come se non bastasse non solo la Caserma, ma anche gli altri Edifici, le Officine meccaniche ed il Parco mezzi, erano realizzati con materiali e laterizi in amianto, cosa che espose l’uomo, sia direttamente che indirettamente, al killer invisibile.
«Questa vittoria ha un sapore dolce-amaro – ha dichiarato, infine, il legale dei familiari della vittima Ezio Bonanni in qualità, tra l’altro, di Presidente dell’Osservatorio nazionale Amianto. In ogni caso, la storia di questo militare è un grido di allarme, che ci costringe a non dimenticare, a combattere per la giustizia e a proteggere coloro che, come lui, hanno inalato la fibra killer».